Il lavoro propone di considerare la campana come punto di partenza per esplorare l’interattività di piante, persone, animali e terreno in relazione al disastro climatico. L’area del Matese è una regione pastorale, dove pastori e greggi circolano tra montagne e valli. Rispondendo a questa tradizione economica con le qualità pratiche e poetiche della campana, l’autrice utilizza una pressa manuale per pressare terriccio e semi in campane di terracotta.
La terracotta è costituita da terra e argilla raccolta dalle rotte che i pastori seguono per condurre i pascoli di montagna. Incorporati nella miscela sono raccolti semi dalla lana aggrovigliata e vello di animali che si muovono lungo queste arterie. I bellwethers con corpo in argilla ricentrano il paesaggio rurale entrando nel ciclo del terreno di semina. Mentre le pecore pascolano, le campane risuonano ed erodono, lasciando dietro di sé una scia di terra e semi nell’eco sbiadita del suono. Questi semi possono germinare dove sono cuciti dalla collaborazione di pastore, pecore e suono.